Ringraziandovi per la bellissima iniziativa che avete promosso, vi allego alcune note visive e sonore dello stato in cui versa attualmente il lotto intorno al Comune di Sesto San Giovanni e i giardini Crisafulli che dovrebbero completarlo e valorizzarlo, almeno penso nelle intenzioni dell’Arch. Bottoni.
Nel giro di meno di un anno, girando per il quartiere col mio cane ed essendo come molti abitanti qui, reclusa in smart working, segnalo un progressivo degrado della qualità degli spazi e la violenza degli interventi sull’architettura e il suo intorno verde, che l’Arch. Bottoni penso avesse pensato come parte integrante dell’insieme architettonico del Comune di Sesto.
Non sono la sola qui a chiedersi se, nel realizzare questi interventi, di cui si stenta a capire l’utilità reale, al di là del puro tornaconto di consenso elettorale, l’amministrazione sia consapevole del posto che il palazzo del Comune di sesto e la sua architettura occupano nella memoria della sua comunità, e se l’amministrazione sia conscia della responsabilità che deriva dall’essere custodi di questa bellezza che l’Arch. Bottoni ci ha donato.
Aggiungo una riflessione sull’emergenza sanitaria e sul fatto che la nuova situazione di smart workers stanziali in cui molti come me sono stati costretti a vivere, ogni giorno, da un anno a questa parte, (prima questa condizione era di qualche giorno alla settimana), ha indotto sul nostro senso di comunità la necessità veramente sentita e condivisa di promuovere una rinascita del concetto di cura della città e dei suoi spazi, anche minimi, su basi diverse dal puro utilitarismo o miope tornaconto politico.
Abbiamo acquisito veramente maggiore consapevolezza di quanto sia essenziale migliorare la qualità delle nostre città e a scala più ridotta, del nostro quartiere, del nostro intorno a 15 minuti di distanza.. che tornano ad essere ancora una volta luogo antropologico e fisico per una nuova idea di sviluppo più attento e inclusivo in cui qualità e quantità siano in sinergia e non contrapposti.
Nello specifico mi chiedo quindi che senso abbia:
– piastrellare con piastre prefabbricate un pezzo di prato sotto una lapide, togliendo il contatto col verde che questa architettura anche brutalista richiede.
– intonacare il cemento armato a vista ancora di grande pregio del fronte del comune e… metterci pure uno zoccolino in grès.
– ricoprire con pannelli di cartongesso intonacati porzioni di vetrocemento in facciata.
– sostituire rocce e cespugli con cordoli in cemento in cui avrebbero dovuto crescere dei fiori..
– abbattere piante quasi secolari e sane per costruire un’area cani a 50 metri dalle case circostanti, mal progettata e usata senza alcuna regola, con grave e continuativo disagio delle persone che lì intorno vivono e, ormai, lavorano, tutto il giorno..
– abbattere alberi secolari da un giorno con l’altro per evitare la manutenzione del verde (solo nel giardino Crisafulli ne sono stati abbattuti in pochi mesi 5 di cui solo 2 sicuramente morti)
– sostituire pezzi di prato con guaina tecnica e ghiaia drenante che in discesa.. è un controsenso…
– non curarsi invece del fatto che i mosaici, i cementi decorativi, i cementi armati e intere parti dell’edificio..si stanno lentamente e inesorabilmente deteriorando e bisognerebbe intraprendere e promuovere azioni di restauro conservativo colto o almeno accorto del valore degli spazi che si ha avuto la fortuna di ereditare.
Non so se possano nascere idee per azioni condivise e se questo sia di vostro interesse, spero di sì. L’interesse da parte di molti qui a Sesto c’è.
Un saluto e grazie ancora per quello che fate,
Arch. Claudia Curti